Sulle terrazze di molte case a Pontelandolfo e tra le stradine del centro storico compaiono spesso dei vasi di basilico.
Una pianta aromatica dall’odore intenso molto utilizzata in cucina.
Soprattutto a fine estate, il basilico viene utilizzato per aromatizzare le conserve di pomodoro rigorosamente fatte in casa dalle famiglie di Ponteandolfo.
Martina Del Negro ripropone, rivisitandola in chiave fiabesca, una curiosa leggenda sull’origine del basilico.

” Vasinicola”: perché questo nome?

In un tempo lontano e non meglio precisato, viveva un buon re. C’è chi dice che fosse turco, chi sostiene fosse persiano, chi nulla se ne frega “perché tanto, la sua, è solo una leggenda”, e chi, come me, crede fermamente che se una storia è stata inventata e se ha resistito all’oblio del tempo, allora quella è la prova che in essa è custodito un frammento di verità.

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Il 14 agosto 1861 è una ricorrenza tragica per Pontelandolfo. In tale data, infatti, si ricorda la dura rappresaglia subita dagli ignari abitanti del luogo ad opera delle truppe del neo costituito regno unitario. Su ordine del generale Cialdini, Pontelandolfo fu messo a ferro e fuoco. Non si conosce il numero preciso delle vittime né l’entità dei danni. Rimane il fatto che dei cittadini inermi di Pontelandolfo furono uccisi da chi l’Italia avrebbe dovuto farla e non trafiggerla ed umiliarla.

L’evento, come di consueto, prevede una cerimonia religiosa a suffragio di tutte le Vittime innocenti del tragico eccidio.

Lo stesso avrà luogo alle ore 18:00 del 14 agosto 2020 presso la Chiesa del SS Salvatore a Pontelandolfo.

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Partiremo dal Rifugio Monte Calvello e, attraversando la Faggeta secolare, raggiungeremo Monte Calvello (1020 m), la punta più alta e suggestiva di Pontelandolfo.
Una volta arrivati in cima faremo una sosta per poter ammirare il bellissimo cielo stellato nella notte più suggestiva di tutto l’anno, il tutto accompagnato dalla possibilità di gustare un buon cornetto farcito al momento con Nutella o marmellata (a seconda delle preferenze).
Al termine della nostra sosta cominceremo la discesa per ritornare al Rifugio (punto di partenza).

LUOGO DI RITROVO: Rifugio Monte Calvello – Pontelandolfo (BN)
QUANDO: Lunedì 10 agosto, ore 21.00

QUOTA DI PARTECIPAZIONE: 5€

INFORMAZIONI GENERALI SUL PERCORSO
– Difficoltà: facile (adatto anche ai BAMBINI, SOLO SE accompagnati da un adulto)
– Durata: 30’ + 1h e 30’ circa di sosta sul Monte Calvello
– Lunghezza: 1,5 km circa
– Dislivello in salita: 365m

EQUIPAGGIO TECNICO OPPORTUNO (consigliato)
– Abbigliamento e attrezzatura tecnica idonea all’escursione (scarpe da trekking a suola rigida, zaino, borraccia, giacca antipioggia e antivento, fazzoletti di carta, bastoncini da escursione ecc.)
– Coperta e/o sacco a pelo
– Acqua secondo necessità

OBBLIGATORIA TORCIA FRONTALE DA TREKKING IN NOTTURNA E/O LANTERNA LED DA CAMPEGGIO

MISURE ANTI-COVID19
– Mascherina
– Gel disinfettante
– Sacchetto per lo smaltimento dei DPI utilizzati
La mascherina NON va indossata durante l’escursione, ma nei momenti di arrivo, accoglienza, durante le soste o quando ci si avvicina ad altri partecipanti a meno che non si faccia parte dello stesso nucleo familiare (si consiglia di tenerla a portata di mano, o sotto il mento, o vicino il braccio).

Vi invitiamo, inoltre, durante la passeggiata a mantenere la distanza di almeno 1 metro l’uno dall’altro.

L’escursione è organizzata dall’Associazione Trekking Sannio – A spasso con i briganti.

PRENOTAZIONE da effettuarsi entro DOMENICA 9 AGOSTO.

Per info e prenotazione:
Whatsapp e/o chiamate: +39 345 773 5911

 

Cosa spinge una persona a ritirarsi dalla società per condurre un’esistenza solitaria fatta di contemplazione e silenzio? Qualcuno sostiene possa trattarsi di fobia sociale, di paura degli altri, eppure non sempre dietro questa scelta estrema si annida un disturbo psicologico o un disagio sociale. L’eremo rappresenta un rifugio, ma è anche un luogo per entrare più profondamente in contatto con sé stessi, con lo spazio e con le persone. Molto spesso, l’eremita è pervaso da una pace interiore proprio perché capace di eliminare tutti quei desideri che per la maggior parte delle persone sembrano essere delle necessità e che finiscono col divenire fonte inesauribile di stress. L’eremita riduce al minimo le esigenze riuscendo, al termine di questo processo di semplificazione dei bisogni, a trovare un proprio equilibrio interiore.
Anche Pontelandolfo ha una sua tradizione eremitica. Molto celebre l’eremo di San Rocco, adiacente all’omonima Cappella, consistente in 4 stanze, denominate celle, distribuite su due piani. Secondo Antimo Albini, studioso di storia locale, l’ultimo eremita vissuto in questi locali era un tale Giovanni Sforza, il quale conduceva qui la sua vita fatta di contemplazione e preghiera.

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