Nei giorni 26 e 27 settembre a Pontelandolfo si sono svolte le “Passeggiate Patrimoniali”.
Il format dell’evento è stato ideato dal Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia nell’ambito delle Giornate Europee del patrimonio culturale. Le passeggiate si ispirano ai principi espressi nella Convenzione di Faro, recentemente approvata in via definitiva anche alla Camera dei Deputati, tra cui figura il diritto per i cittadini e per la comunità in generale a godere del patrimonio culturale.
Pontelandolfo è uno dei primi paesi in Campania ad aver partecipato a quest’esperienza, con la Passeggiata patrimoniale dall’auditorium Comunale (Sala Papa Giovanni Paolo II) alla Torre medievale e un secondo percorso fino al sito archeologico in località Coste Chiavarine.
La volontà di avviare l’esperimento delle passeggiate patrimoniali a Pontelandolfo nasce dalla consapevolezza che la gestione del patrimonio culturale non può essere appannaggio dei soli attori pubblici e istituzionali, ma deve mirare al coinvolgimento di tutta la comunità.
Le passeggiate patrimoniali, infatti, sono speciali percorsi tematici che consentono di scoprire il territorio attraverso le testimonianze di chi lo vive, per garantire a tutti il diritto al patrimonio culturale.
Il progetto di quest’anno è stato frutto della collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, i cittadini di Pontelandolfo – impegnati in ambito culturale – e l’archeologo Andrea De Tommasi. Il Dott. De Tommasi, co-direttore del Progetto Abacus, è noto a Pontelandolfo per aver collaborato, tra il 2004 e il 2005, agli scavi archeologici in località Coste Chiavarine. Una profonda amicizia lo lega ai cittadini di Pontelandolfo che parteciparono come volontari a quell’ambizioso progetto. Un’amicizia che negli anni si è consolidata, a dimostrazione della centralità che i valori umani vengono ad assumere nell’ambito di un’idea interdisciplinare ed estesa di eredità culturale.
La diversità delle passeggiate patrimoniali rispetto alle tradizionali visite guidate, risiede proprio nell’assumere come protagonisti principali i testimoni dei luoghi, cioè coloro che hanno un legame profondo con il territorio. I testimoni dell’eredità culturale conoscono le vicende storiche, i percorsi naturalistici, i personaggi e le leggende del posto.
Il senso della passeggiata è, infatti, quello di attraversare i luoghi imparando a conoscerli, cercando di comprendere il profondo valore storico naturale e umano che essi racchiudono e che spesso sfugge agli stessi residenti. Significa esplorare percorsi ai quali non si era prestata sufficiente attenzione, ma che presentano un’enorme valenza culturale. Significa trasmettere le proprie esperienze e le proprie conoscenze alle nuove generazioni affinché non cadano nell’oblio, ma anche ascoltare e confrontarsi con “voci” differenti, ma altrettanto interessanti.
La comunità civica che compie la passeggiata patrimoniale, inoltre, è un esempio costruttivo di partecipazione attiva alla conservazione e trasmissione del patrimonio culturale.
La scelta di percorrere il tragitto verso la Torre medioevale di Pontelandolfo, nasce dal riconoscimento del valore storico e simbolico che questo monumento rappresenta per gli abitanti del luogo. La passeggiata verso la Torre, infatti, è stato un modo per ripercorrere le tante vicende storiche che si sono svolte al suo cospetto. Nell’attraversare la Piazza su cui si erge maestosa l’imponente Torre Medioevale – edificata tra la fine del XIV e il principio del XV secolo per volontà dei Conti Gambatesa – ci si è posti la domanda: se la Torre potesse parlare, cosa racconterebbe?
I protagonisti della passeggiata hanno provato a dare qualche risposta: sicuramente ci parlerebbe della strenua resistenza opposta dal Conte Gambatesa di Monforte nel 1463 contro le truppe del re Ferdinando I D’Aragona, che dopo 11 giorni d’assedio riuscirono a sfondare le mura e ad accedere al castello, saccheggiando e dando alle fiamme l’abitato; della peste che sconvolse il Paese nel 1656; del disastroso terremoto del 1688 che rase al suolo le case e le chiese che si trovavano entro la cinta muraria, lasciando la Torre miracolosamente intatta; delle tragiche vicende avvenute a Pontelandolfo il 14 agosto 1861 all’indomani dell’Unità d’Italia; delle rivolte contadine capeggiate da Corradetti; della popolazione in fila ai seggi, nel giugno del 1946, per esprimere, attraverso il voto, la scelta tra la Repubblica o la Monarchia.L’intrecciarsi di questi discorsi con le domande e le repliche dei vari partecipanti, ha messo in luce l’importanza della coesistenza di differenti valori dell’Heritage all’interno della stessa Comunità civica, secondo il modello culturale elaborato dalla Convenzione di Faro.
La seconda tappa verso la località Coste Chiavarine ha toccato, poi, un altro luogo simbolo dell’eredità culturale di Pontelandolfo. Il percorso con partenza dalla Fontana Sirenzola – una delle diverse sorgenti naturali presenti sul territorio – ha offerto la possibilità di ammirare gli scenari naturalistici e il paesaggio campestre circostante, modellato da millenni di relazione tra uomo e ambiente.
L’amenità dei luoghi, la presenza di corsi d’acqua e la collocazione geografica chiariscono le ragioni della presenza di antichi insediamenti abitativi, come l’insediamento rustico risalente all’età romana imperiale rinvenuto a seguito della campagna di scavi effettuata tra il 2004 e il 2005. La passeggiata verso quei luoghi è stata, perciò, l’occasione per ricordare non solo le interessanti scoperte archeologiche allora effettuate, ma anche le vicende umane ed affettive che hanno accompagnato questo primissimo esempio di archeologia “pubblica”. I testimoni di quei fatti hanno arricchito il luogo ricordando con affetto le voci e le presenze di tutti gli attori che parteciparono agli scavi archeologici.
Al termine delle passeggiate è emersa la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza capace di creare una connessione profonda con il patrimonio culturale di Pontelandolfo. Un’esperienza che sicuramente sarà ripetuta l’anno prossimo, con nuove idee e progetti e con la partecipazione sempre più estesa dei cittadini che, finalmente, potranno riconoscere il loro ruolo di attori principali nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale.
Rossella Mancini