Parlare di patriottismo, di eroi della Resistenza, a Pontelandolfo significa ricordare Carlantonio Rubbo. Croce al Merito di Guerra in seguito ad attività partigiana, Sottotenente, riconosciuto Partigiano Combattente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Commissione Regionale Riconoscimento Qualifiche ed Esame Proposte Ricompense ai Partigiani della Liguria.

“Nel nome dei governi e dei popoli delle nazioni unite – riporta il Certificato al Patriota – ringraziamo Rubbo Carlantonio di avere combattuto il nemico sui campi di battaglia, militando nei ranghi dei patrioti tra quegli uomini che hanno portato le armi per il trionfo della libertà, svolgendo operazioni offensive, compiendo atti di sabotaggio, fornendo informazioni militari Nell’Italia rinata – conclude il documento – i possessori di questo attestato saranno acclamati come patrioti che hanno combattuto per l’onore e la libertà”.

Carlantonio Rubbo, nome di battaglia “Rana”, arruolato inizialmente nel Regio Esercito e stanziato in Grecia, dopo l’8 settembre 1943 venne catturato e deportato in Germania, in un campo di lavoro ausiliario all’industria bellica; vi rimase pochi mesi, fin quando con un espediente tornò in patria e si unì alla Brigata Garibaldi che combatteva nel savonese, precisamente nei dintorni di Millesimo.

Celestino Zappone

Commissario di Polizia, nato a Pontelandolfo il 13.03.1909 e scomparso a Partinico (PA) il 03.09.1948. Mostra fin dall’adolescenza uno spiccato interesse per le materie giuridiche.

Si avvia con profitto agli studi superiori e porta a termine la carriera scolastica con la laurea in giurisprudenza all’età di 22 anni. Si trasferisce per lavoro il 1° gennaio 1930 nel Comune di Sassari. Dopo alcuni anni di brillante carriera arriva la meritata promozione a Commissario di P.S. e Celestino approda a Roma. Egli è giovane, intelligente, coraggioso, di grande valore, tanto che il ministro Scelba, assecondando anche la sua massima aspirazione, gli concede di trasferirsi a Palermo dove da qualche tempo detta legge uno spietato criminale, il famoso bandito Giuliano. Ben presto il giovane Commissario si cala col giusto piglio nella dura realtà sicula e nel giro di pochi mesi riesce a stabilire un contatto amichevole con il bandito Salvatore Giuliano.

Diverse volte i due si incontrano tra le montagne di Monte Lepre e Partinico. Celestino riesce quasi a persuadere il maggiore esponente della malavita siciliana ad espatriare nella lontana America. Il suo progetto, però, nel momento in cui sta per realizzarsi naufraga miseramente a causa dell’infiltrazione di altre bande di malavitosi. Durante il suo soggiorno palermitano più volte si distingue per coraggio ed abnegazione

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Il 17 aprile 1947, intorno alle ore 15,00, in località Rione della Madonna, via Gallo – Villa Patti -, presso Partinico, il Commissario in seguito ad un violento e sanguinoso conflitto a fuoco, riesce a sgominare parte della banda che aveva preso in ostaggio il famoso scultore siciliano Cecchino Geraci, liberando così il sequestrato.
All’età di 43 anni, vittima di un agguato, viene gravemente ferito in Partinico nei pressi di un bar alle ore 21,30 del giorno 3 settembre 1948. Trasportato nell’ospedale militare Principale di Palermo vi giunge già morto. I giornali del tempo così titolavano e commentavano l’accaduto: Notte di Sangue a Partinico Tre Soldati Sono Caduti – Il cap. Di Salvo, il commiss. Zappone e il maresc. Messina si avviavano tranquilli verso casa quando la luce si spense e, dall’angolo della strada, furono lanciate tre bombe. Sugli agonizzanti, poi, la bestialità dei banditi infierì a raffiche di mitra.

L’emigrante Cincinnato Carpinelli nel 1925 imbarcatosi in Brasile per l’Italia dove veniva a conoscere la casa paterna di Pontelandolfo alla via Annunziata, portò con sé il primo pallone di cuoio nel paese d’origine. Fu dello stesso anno la fondazione della prima squadra di calcio formata da giovani ed appassionati locali e Cincinnato Carpinelli ne fu valido allenatore fino al 1935.

Il 1° Capitano dei Bersaglieri Cincinnato Carpinelli nasce a S. Paulo del Brasile il 15.06.1893 da Giovanni e Contenti Alessandrina, di condizione benestante.

Vive nella città del Sud America sino all’età di nove anni. Poi, per volontà del padre, giunge in Italia, ospite di parenti, per intraprendere i suoi studi. Quando giunge a Pontelandolfo porta con sé un pallone di cuoio che gli abitanti della comunità sannita vedono per la prima volta. Nasce la passione per il calcio, viene fondata l’Associazione Calcio Pontelandolfo.

Cincinnato si diploma perito elettrotecnico. La famiglia lo attende in Brasile, come da accordi, ma egli si era innamorato e non poco della bella Italia, così decise di rimanere ancora.

Correvano gli anni tristi della prima guerra mondiale. Cincinnato, per amor di patria, si arruolò nell’arma dei bersaglieri con il grado di tenente.

Uomo forte e coraggioso, si distinse in maniera particolare sui campi di battaglia, tanto da meritare la medaglia di bronzo al valor militare. Indimenticabile gesto di raro eroismo lo compì quando trasse in salvo il suo attendente, gravemente ferito, accasciato al di la delle trincee in campo nemico.

Terminata la guerra fece ritorno a Pontelandolfo dove lavorò con le mansioni di direttore per l’allora Società Elettrica. Sposa l’11.02.1926 la bella Rubbo Ada.

Nel 1935 si arruolò, nuovamente come volontario, con il grado di capitano, nella guerra d’Africa. Qui, il 06.06.1936, tristemente si spegne la sua esistenza.

Il Capitano d’Artiglieria Cavaguis Cav. Luigi incaricato della tenuta del registro di Stato Civile presso il Reparto Autonomo della Base di Bender Cassim, dichiara che nel registro degli atti di morte, fascicolo uno a pagina tre ed al numero due d’ordine, trovasi iscritto quanto segue: L’anno millenovecentotrentasei ed addì sei del mese di giugno nel suo alloggio del campo militare mancava ai vivi alle ore diciassette e dieci in età d’anni quarantatre il 1° Capitano dei Bersaglieri Carpinelli Cav. Cincinnato residente a Bender Cassim nato a S.Paulo del Brasile il 15.06.1893, figlio di Giovanni e di Contenti Alessandrina, ammogliato con prole, morto in seguito a colpo di calore, sepolto a Bender Cassim come consta da testimonianza del Tenente Plano signor Federico di anni 47 e del S. Tenente Scanzo signor Salvatore di anni 24.

Alla memoria del compianto Cincinnato Carpinelli fu intitolato a metà degli anni Ottanta l’attuale campo di calcio di Pontelandolfo. Quel giorno una madrina d’eccezione tenne a battesimo il campo: la bella Ada moglie di Cincinnato.

Don Giovanni Casilli

Don Giovanni nacque a Campolieto di Campobasso il 13 aprile 1938. Intraprese e concluse felicemente i suoi studi nel Seminario di Benevento, compagno di classe del Mons. Vittorio Fusco, futuro Vescovo di Nardò-Gallipoli.

Venne ordinato prete da S.E. Mons. Raffaele Calabria in Campolieto il 13 agosto 1962 e poco dopo destinato a Pontelandolfo come vice parroco del paese, poi parroco.

Fu ripetutamente membro del Consiglio Presbiterale e Vicario Foraneo, come pure Docente di Catechetica presso il Seminario di Benevento.

Don Giovanni, prima di salire in cielo, la Domenica delle Palme del 1999, volle lasciare, con grande determinazione, a coronamento del suo lungo servizio pastorale reso al popolo di Pontelandolfo, che amava più di ogni altra cosa, fu la Chiesa di Santa Maria degli Angeli.

“Si è sempre sacrificato perché gli altri avessero il meglio – diceva Mons. Serafino Sprovieri Arcivescovo Metropolita di Benevento – riservando per sé solo gli scampoli”.

Don Giovanni è stato, quindi, un sacerdote povero, che ha dato tutto per il bene del suo popolo, sino all’ultimo istante della sua vita terrena.

Grazie all’impegno del parroco Mons. Giuseppe Girardi a lui succeduto, è stata pubblicata postuma, nell’anno 2000,  “In cammino verso Emmaus”, opera letteraria di elevati contenuti socio-culturali, che don Giovanni Casilli ha lasciato in eredità al patrimonio bibliografico di Pontelandolfo.